SCUOLA SUPERIORE MEDIATORI LINGUISTICI DI NAPOLI
La nostra avventura è incominciata il 5 Settembre 2018. Ebbene sì, si tratta di una vera e propria avventura, perché ti ritrovi letteralmente catapultato in una realtà ben diversa da quella che è sempre stata la tua.
Al nostro arrivo a Granada, con le nostre tre valigie e mille aspettative al di sopra della media, un taxi ci ha lasciate fuori quella che sarebbe diventata la nostra nuova casa.
LA CASA: il primo di una lunga serie di “inconvenienti”.
Fortunatamente avevamo trovato l’appartamento, tramite un’agenzia, già da Napoli, a differenza di molti altri studenti che hanno dovuto aspettare delle settimane prima di trovare una sistemazione.
Non era come ce l’aspettavamo, partendo dagli armadi senza scaffali o cassetti e terminando con la finestra della stanza di Giovanna che sembrava cadere a pezzi.
Abbiamo trascorso i primi tre giorni a Granada cercando di rendere la nostra casa quanto più vivibile possibile (anche perché la concezione di “pulizia” in Spagna è lontana da quella che abbiamo in Italia).
GLI ESAMI: Inconveniente numero due. In Italia avevamo scelto degli esami che non ci convincevano, con la speranza che, una volta arrivate qui, sarebbe stato semplice cambiarli. Non lo è stato.
Molti sono gli esami riservati ai “granadini”, a cui gli studenti Erasmus non possono accedere, altri risultavano pieni (e con pieni s’intende una classe di circa trenta persone).
Ma tutto sommato, dopo le prime settimane trascorse nella più totale disperazione, cercando esami da poter convalidare in Italia tra una facoltà e un’altra, sembra che adesso il problema sia solo un vecchio, anche se pessimo, ricordo. Infatti dovremo seguire due corsi nella facoltà di Filosofía y Letras a cartuja (da raggiungere in autobus).
I CORSI: Le lezioni sono impostate in modo differente da quelle a cui eravamo abituate. I professori spiegano, ma interagiscono continuamente con gli alunni.
L’esame finale per i frequentanti vale solo per un 40/50%, ciò che conta di più (o quasi) sono i vari “compiti” assegnati durante l’intero corso. Mi è sembrato quasi di ritornare al liceo.
Frequenti sono i lavori di gruppo: una buona idea sotto alcuni aspetti, poiché aiuta a socializzare, ad avere una mentalità più aperta, dovendo prendere in considerazione un punto di vista differente dal tuo e, nel nostro caso, utile per praticare la lingua.
LA VITA SOCIALE: Questo è indubbiamente il punto della mia relazione che preferisco.
Appena arrivate abbiamo acquistato una “tarjeta”, la Emycet card. Emycet è un’agenzia con la quale poter ottenere degli sconti in alcune discoteche, negozi, ma soprattutto se si ha intenzione di viaggiare.
I viaggi seguono le esigenze degli studenti: sono organizzati per il fine settimana e durano da uno a un massimo di tre giorni (con alcune visite guidate incluse).
Per il momento, io e Giovanna abbiamo visitato Siviglia (il 29 Settembre), spendendo solo 18 euro.
Inoltre, vivendo in Calle Pedro Antonio de Alarcón, la cosiddetta “strada degli studenti”, ci troviamo praticamente a dieci minuti, massimo un quarto d’ora, a piedi da un’infinità di locali, pub, palestre, supermercati … praticamente da tutto (inclusa la facoltà di Traduzione ed interpretazione).
Granada non si spegne mai, potresti incontrare ragazzi proprio come te, girovagando per le sue strade larghe e illuminate, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
….alla prossima…. saluti da Granada
Il mese di Ottobre non è stato particolarmente entusiasmante.
È stato il mese in cui ho avvertito maggiormente lo stress dovuto ai corsi e alla mancanza di affetti familiari. Stare qui, in un paese che non è il mio, con persone che chiamo amici, ma che in realtà non sono altro che compagni di un breve – ma intenso- tratto della mia vita, non rende il tutto semplice. Ciò che conta è che man mano ci sto prendendo la mano. Adattamento, questa è la parola giusta.
I corsi continuano a spaventarmi, ma sono fiduciosa e, da casa, la mia famiglia non fa altro che sostenermi giorno dopo giorno, incoraggiandomi a dare del mio meglio e a dimostrare “di che pasta sono fatta”.
Tuttavia, ad ottobre non sono mancati momenti, anche se sporadici, di serenità; trascorsi con persone piacevoli, tra festeggiamenti vari (come la festa per il compleanno di Giovanna, per esempio).
Nonostante il mio forte desiderio di viaggiare, visitare posti nuovi o semplicemente di fare la turista nella mia Granada, mi è stato impossibile spostarmi a causa dello studio.
Noi studenti siamo frequentemente tenuti a consegnare lavori entro un limite di tempo prestabilito. Questo è stato causa di stress per me, non tanto per quanto riguarda i lavori individuali, dove tutto è nelle mie mani e posso tranquillamente autogestirmi, bensì per quanto concerne i lavori di gruppo.
Infatti, i miei “compañeros de grupo” spesso dimenticano di dover studiare, lasciandomi lavorare da sola per ore o scomparendo nel nulla fino al momento della consegna (che furbi!).
Mi auguro (da sola, sì) che il prossimo mese possa lasciarmi sensazioni degne di nota.
Dopotutto, ho un viaggio programmato per Cordoba e sono convinta che mi lascerà “speechless” (senza parole).
Il terzo mese passato a Granada è stato quello in cui, finalmente, mi sono sentita a “casa”.
Nuvole e pioggia fuori, ma con l’arcobaleno dentro.
Abituata, ormai, ai ritmi frenetici, ai doveri e alle responsabilità, il momento di tornare a casa (quella vera) si avvicinava, ed io speravo non arrivasse mai.
Tutto procedeva a gonfie vele, iniziando dall’università e terminando con le immancabili feste notturne. Anche se molto spesso, dando priorità ai corsi e ai lavori da consegnare di settimana in settimana, ho rinunciato a qualche momento di condivisione di troppo.
Novembre è stato il mese del mio compleanno, anche se, purtroppo, nessuno dei miei amici è venuto a farmi visita a causa dei costi elevati dei voli.
Infatti, l’unico modo per trovare dei biglietti economici per Granada sarebbe cercarli accuratamente e prenotarli con più di qualche mese di anticipo. Nonostante ciò, imbattersi in voli diretti, senza scali lunghi ed estenuanti, sembra un’impresa impossibile. Anch’io da qui, spesso, ho cercato voli che non fossero estremamente cari per tornare a Napoli a far visita alla mia famiglia, trovandone, infine, uno di andata e ritorno da Madrid (che raggiungerò in autobus) per febbraio, approfittandone per visitare la meravigliosa capitale.
Come anticipato, desideravo visitare l’Andalusia, Córdoba in particolare. Così, con una buona compagnia e ad un prezzo davvero stracciato, ho preso un autobus di mattina presto, ritornando a Granada la sera stessa.
Córdoba è una città fantastica, mi è piaciuta davvero tanto. Anche se, aggiungo, forse essendo di parte, Granada è insuperabile.
Se tu che stai leggendo dovessi, un giorno, scegliere una città dell’Andalusia come meta per il tuo Erasmus, ti consiglio di visitarla quanto più puoi. Viaggiare con l’Alsa (in autobus) è il modo più comodo ed economico per spostarsi. Non te ne pentirai.
Dicembre, il quarto mese a Granada, è stato probabilmente quello più intenso trascorso fino ad ora.
La città è stata adornata con delle bellissime luci colorate in vista del Natale ed anche il nostro appartamento è stato “apparecchiato” per l’occasione dalla mia coinquilina francese (una vera amante delle festività e, in particolare, delle decorazioni), la quale ci ha deliziate, ogni giorno, con la sua playlist infinita di canzoni natalizie, più o meno dal momento in cui apriva gli occhi la mattina a quello in cui li chiudeva di notte.
Non tutti i miei nuovi amici hanno deciso di tornare al proprio paese per le vacanze natalizie, soprattutto quelli che sarebbero rimasti a Granada soltanto per il primo semestre.
Una decisione comprensibile, dunque, nel loro caso.
Io non ho mai avuto alcun tipo di dubbio ( e nemmeno la scelta, perché mia madre mi avrebbe “uccisa”): non desideravo passare il Natale in nessun luogo che non fosse casa e con nessuno che non fosse la mia famiglia.
Dicembre è stato anche il mese in cui ho sostenuto i primi due esami: “Lengua B nivel 3 inglés” e “Traducción A-B inglés”. Potrei aprire una piccola parentesi parlando di quanto per me sia stato estenuante l’intero corso di traduzione, di quanto mi sia spesso sentita incapace e di quanta paura abbia avuto pensato di non essere in grado di superarlo, ma non mi dilungherò ulteriormente a riguardo. Nonostante ciò, ci tengo a precisare che non è stato semplice tradurre dallo spagnolo all’inglese, due lingue straniere per me, di cui non conosco bene la cultura.
Fin da subito avrei potuto cambiare corso (ed è ciò che vi consiglio di fare nel caso in cui vi trovaste in estrema difficoltà), ma la voglia di mettermi in gioco è stata più forte.
Dopotutto, frequentavo le lezioni con spagnoli, irlandesi e tedeschi: c’era solo da apprendere da ognuno di loro.
Con la solita ed immancabile ansia nell’attesa dei risultati degli esami, ho preparato, per la prima volta dall’arrivo a Granada, la mia piccola “maleta”, emozionata e desiderosa di tornare a casa.
Il quinto mese d’erasmus è iniziato con il mio ritorno a Granada.
Il 4 gennaio, precisamente, sono stata costretta ad “alzarmi da tavola” (si sa che, in Italia, le festività natalizie si trascorrono mangiando per la maggior parte del tempo) ed a ritornare nella mia “nuova casa” ed alla mia “nuova vita” in Spagna, dove, per qualche giorno, sono rimasta sola, aspettando il ritorno delle mie coinquiline.
In realtà il mese di gennaio è passato come un fulmine. Penso di aver passato tutto il tempo spostandomi tra stanza da letto, cucina e biblioteca, accompagnata ovviamente dalla mia migliore amica, l’ansia.
Se potessi descrivere gennaio con una sola parola, questa sarebbe: Studio (matto e disperato, aggiungo).
Ed è forse stato il periodo in cui il legame con la mia compagna d’avventura, nonché mia coinquilina, Giovanna, si è fatto più forte: unite dalla più totale disperazione, tipica delle studentesse in piena sessione d’esami.
Ho sostenuto gli ultimi tre esami del primo semestre: “Lengua C nivel 3 Chino”, “Literatura inglesa 1” e “Arte italiano de la edad moderna”. Quest’ultimo ammetto di averlo sottovalutato: si trattava di un corso opzionale, riguardante l’arte italiana dal periodo rinascimentale fino al barocco (tutto sommato, argomenti ed opere già studiati alle superiori).
Non credendolo complicato, ho dato priorità agli altri esami, decisamente più complessi e, soprattutto, indispensabili per il mio percorso di studi.
Se ve lo starete chiedendo, sì, quello di storia dell’arte ITALIANA è stato l’unico esame a cui sono stata promossa con un voto basso, quasi il minimo per l’esattezza.
Il 24 gennaio è stato il giorno della “liberazione”.
Finiti gli esami, non restava altro che festeggiare e concedersi una LUNGA (e meritata) pausa, dato che alla facoltà di traducción e interpretación i corsi del secondo semestre inizieranno il 14 febbraio.
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