Linguistica ed Economia sono scienze che, seppur in modo diverso, studiano i comportamenti dell’uomo nella società.
Da sempre i due termini sono stati accostati per via della mutua relazione che pongono in essere le due discipline e perché l’una prospettiva si è dimostrata e si dimostra tuttora di fondamentale importanza per l’altra, dando vita a binomi e usi tecnico-terminologici altamente rappresentati nella letteratura che si occupa di questi due ambiti (si pensi, ad esempio, a “economia linguistica”, “economia della lingua o delle lingue”, “economia degli scambi linguistici”, ma anche al ruolo della lingua e delle lingue in economia, per cui si può parlare di una “linguistica dell’economia” intesa sia come studio dei termini tecnici dell’economia e del loro uso, sia come peso delle lingue parlate in una società ai fini della sua economia).
Con il primo volume di Linguistica ed Economia — dal sottotitolo “L’Unione Europea come spazio comune di un (possibile) riconoscimento collettivo” — abbiamo raccolto contributi che, in modi diversi, trattavano i rapporti tra lingua, linguistica ed economia ma con una comune proiezione verso la condizione in cui si muove oggi l’Europa.
Con il secondo volume abbiamo voluto dare seguito all’iniziativa editoriale allargando però la prospettiva e lo spettro di possibilità con cui intendere le due discipline e i loro rapporti, con l’obiettivo di mostrarne le potenzialmente infinite combinazioni in seno alla ricerca in tal senso e all’evoluzione del pensiero linguistico, economico e più largamente filosofico.
Con la terza edizione ci si prefigge di raccogliere contributi nell’ambito della Linguistica, dell’Economia e dei rapporti tra le due discipline, aprendo una riflessione, in particolare, sulle tematiche di inclusione e digitalizzazione e sui loro riflessi nella società.